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"Il presente fascicolo di IF ha inteso concentrare il focus su aspetti latenti nel Futurismo e nelle avanguardie, non sempre messi nella debita luce. La perdurante attualità del fantastique, all'interno della narrativa simbolista e nel simbolismo in generale, non va solo considerata un'eredità del romanticismo, ma anche una costante all'interno delle letterature moderne, con cui talora anche il realismo deve misurarsi confutandone o decostruendone le istanze (si pensi all'immissione di temi parapsicologici o spiritistici, scientificamente accolti in un quadro naturalistico). Questa tendenza si definisce anche nel Futurismo allorché la variabile tecnologica si contamina con passioni e pulsioni provenienti o dal romanzo d'avventura e dalla protofantascienza, o attingendo ai primi fermenti del superomismo di massa, o prendendo atto delle conseguenze doublé face della letteratura utopica, fino all'approdo all'utopia negativa di Zamjatin (My - Noi, 1921) e quindi mettendo a nudo le contraddizioni dello stato unico prodotto dalla rivoluzione. Questi aspetti generali si individuano nel complesso degli studi qui raccolti, sotto gli auspici sempre generosi di Gianfranco de Turris e la guida di Guido Andrea Pautasso: a entrambi va la riconoscenza del comitato scientifico della rivista per il lavoro di elevata e originale competenza, messo in piedi con la collaborazione di studiosi provetti e fortemente motivati. Particolarmente gradita la sezione di testi rari e poco noti, per la gioia dei "fan", sempre più numerosi, del movimento marinettiano e la disperazione gelosa dei bibliofili, particolarmente accaniti in ambito di editoria futurista. Un ringraziamento ulteriore spetta a Stefano Tani per essersi unito al gruppo con una nota illuminante su parodia e autoparodia in Marinetti e Palazzeschi. Si ringraziano anche Giuseppe Panella e Susanna Becherini per aver inserito la loro indagine sulle matrici futuriste in Pound e nella generazione "vorticista", affiancata ai "vortici" di Apollinare, di Cendrars e del cubo-Futurismo. A completare un quadro di ricezione internazionale come mai di profonda incidenza (in cui spiccano la figura e la poesia di Majakovskij, opportunamente ritradotto e ristudiato da Pautasso, nonché rilanciato da Contiliano nel suo contributo antitetico, ma la natura stessa del Futurismo consente forse, ancora oggi, il testa-coda tra posizioni reciprocamente inconciliabili)1 e a guisa altresì di considerazioni inaugurali di introduzione al volume, si fanno precedere alcune note sul contesto, condiviso in Marinetti come in Pessoa e come in altri protagonisti della stagione europea, dei verso libero e della ricezione del Futurismo." (Dall' Introduzione di Alessandro Scarsella)